bonifica terreni da idrocarburi

L’attività di bonifica ambientale ha l’obiettivo di rimuovere dal terreno, dalle falde acquifere, dalle acque superficiali e dai sedimenti sostanze contaminanti.

Da un punto di vista normativo il concetto di “bonifica di siti inquinati” è stato introdotto dal D. Lgs. 5 febbraio numero 22 del 1997 e dal decreto numero 471 del 1999.

Oggi le bonifiche ambientali sono disciplinate interamente dal Testo Unico Ambientale (ovvero il D. Lgs. numero 152/2006) nel Titolo V della parte IV, che attua la Direttiva Europea 2004/35/CE (Prevenzione e Riparazione del danno ambientale).

La norma definisce con estrema precisione tutte le procedure, i criteri e le modalità di intervento necessarie per ridurre o azzerare completamente le sostanze inquinanti o le sorgenti di inquinamento.

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Quali sono le principali tecniche di bonifica dei terreni contaminati da idrocarburi

Gli interventi di bonifica dei terreni contaminati hanno l’obiettivo di riportare i livelli di sostanze inquinanti presenti sotto i valori limite delle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR) e delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC).

Le tecniche di bonifica vengono classificate in chimico – fisiche e biologiche, in entrambi i casi distinguiamo tra interventi in situ ed interventi ex situ.

Rientrano negli interventi di bonifica di tipo biologico in situ:

  • Biosparging e Bioventing, utilizzati quando i contaminanti da eliminare non sono particolarmente biodegradabili;
  • Bioventing: il sottosuolo viene bonificato dai contaminanti attraverso l’aria che svolge il ruolo di “vettore” di ossigeno per i microrganismi.

Rientrano negli interventi di bonifica di tipo biologico ex situ:

  • Biopila: questa tecnica viene utilizzata per la biodegradazione di idrocarburi volatili e non e per quelli di tipo policiclico aromatico;
  • Bioremediation: si configura come la soluzione migliore quando oltre ad eliminare la componente contaminante si ha la necessità di aggiungere al sottosuolo flora batterica, riducenti ed ossidanti.

Rientrano negli interventi di bonifica di tipo chimico – fisico in situ:

  • Chemical Oxidation: vengono iniettati nel terreno ossidanti chimici quali permanganato di potassio oppure perossido di idrogeno;
  • Air sparging: i contaminanti vengono “strippati” dal terreno oggetto di bonifica attraverso aria in pressione;
  • Soil Vapour Extraction: questo intervento viene eseguito quando i composti organici volatili vengono estratti in forma di vapori e trattati in superficie;
  • Pump and Treat: questa tecnica viene utilizzata quando l’intervento consiste nella bonifica di acque di falda inquinate. Nello specifico l’acqua viene pompata e trattata in superficie per rimuovere LNAPL (olii minerali, benzene, alcani, kerosene, gasolio e BITEX), contaminanti miscibili e DNAPL (solventi clorurati, idrocarburi alogenati).

Rientrano negli interventi di bonifica di tipo chimico – fisico ex situ:

  • Vetrificazione;
  • Termodistruzione;
  • Desorbimento termico;
  • Soilwashing: ideale per intervenire su terreni caratterizzati da un livello di granulometria media;
  • Inertizzazione: tecnica adatta per intervenire su terreni e fanghi contenenti PCBs e metalli pesanti;
  • Soilextraction: tecnica implementata per bonificare terreni da composti organici volatili.

Un breve approfondimento sulla Biopila per la bonifica dei terreni inquinati da idrocarburi

La bonifica dei terreni inquinati da idrocarburi mediante la tecnica della Biopila consiste nel risanamento del sottosuolo sfruttando i microrganismi presenti e la loro capacità di degradare determinate tipologie di contaminanti quando sussistono specifiche condizioni ambientali.

Un esempio è la bonifica dei terreni contaminanti da petrolio.

Come previsto dalla tecnica biologica in cumulo viene utilizzato un sistema di tubazioni diverso per introdurre aria, nutrienti (ovvero fosfati e nitrati) e acqua.

In questo modo si sviluppa la flora batterica necessaria per innescare il processo di degradazione aerobica, dunque con ossigeno, degli inquinanti.

Quando gli inquinanti oggetto di rimozione sono di tipo petrolifero abbiamo:

  • la rimozione dei composti più leggeri attraverso la volatizzazione in fase aerazione del terreno;
  • la rimozione dei composti più pesanti mediante biodegradazione.

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